Eina

Parte 2

Mi è sempre piaciuta l’idea di scrivere romanzi. In fondo, era proprio quello il motivo che mi ha spinto ad iscrivermi al club: avevo passato una quantità infinita di tempo a leggere libri, sfogliare pagine su pagine ed ora volevo scriverne uno tutto mio.

Ogni volta che mi riproponevo di farlo, non riuscivo a scrivere neppure una singola riga. Lo schermo del computer era costantemente una pagina bianca con il cursore lampeggiante.

Avevo letto anche dozzine di manuali su “Come Scrivere un Romanzo!!” ma niente. Avevo provato a seguire tutti i suggerimenti riportati nel manuale, ma nessuno di questi aveva funzionato.

Potreste pensare: ma perché frequenti un club di letteratura se non riesci a scrivere neanche un romanzo? Anche molti compagni di classe mi facevano spesso questa domanda.

A dirla tutta, avevo altre mansioni: mi occupavo di leggere i manoscritti degli studenti e di evidenziare eventuali imprecisioni o errori di battitura. Inoltre, in base alle esigenze del caso, mi permettevo di consigliare l’autore con qualche revisione alla trama oppure aiutare nella ricerca del materiale per il racconto.

In poche parole, il mio lavoro era quello di rendere il testo ancora più brillante e coinvolgente.

Sembra interessante, lo so, ma se non avevo nessun testo da revisionare, cos'altro potevo fare?

La giornata terminò così come era iniziata: nessun nuovo membro, nessuna nuova idea o nessun nuovo spunto per poter iniziare il mio romanzo. Aprii il mio notebook in attesa di qualche ispirazione… zero.

Stavo tornando a casa, avvilito, amareggiato, quando avvertii la vibrazione del telefonino nella tasca.

Eina: Ho trovato un’arma super efficace contro le macchie! Mie care macchie, recitate le vostre ultime preghiere.

Almeno lei è contenta… pensavo sospirando.

Il messaggio successivo mi lasciò di stucco.

Eina: È finita. Voglio morire.

Ero sconcertato da quel cambio repentino di umore: da uno stato di assoluta felicità ad uno così lugubre e drammatico.

Morire?

Perché?

Non seguirono altri messaggi. Arrivai a casa, preparai la cena e andai in camera… niente, ancora nessun messaggio.

Non era insolito per una ragazza della sua età inviarne qualcuno durante la serata.

Forse ha smesso perché non le ho mai risposto?

Non sarà mica morta?

Non starà mica pensando davvero a…

Shuu: Non morire!

Non so neppure io perché l’abbia fatto.

Risposi, ma dopo un attimo, pensai che quel gesto avrebbe potuto costarmi caro: se fosse stata una truffa, avrebbero potuto risalire ai miei dati personali.

Avevano iniziato con messaggi carini ed innocenti per poi passare, improvvisamente, ad altri irrazionali ed allarmanti...

L’icona indicava chiaramente che il messaggio era stato inviato… e anche letto...

Era troppo tardi.

Non avevo altra scelta se non quella di accettare il mio destino.

Attendere e vedere cosa sarebbe successo, oppure…

Shuu: Non farla finita! È successo qualcosa? Posso aiutarti.

Le avevo inviato un'altra risposta. Per quale motivo le avevo riscritto? Cosa avevo per la testa… Come si dice in questi casi: “quando si è in ballo, bisogna ballare”?

L’unica consolazione è che sarei stato in grado di scoprire chi c’era dietro tutto quello spam.

Eina: Ehi, chi sei?

La risposta fu immediata. Il truffatore aveva fatto la sua mossa.

Eina: Le cose che scrivo nel mio diario non dovrebbero essere lette da nessuno… non dovresti poterle commentare.

Non riuscivo a capire a cosa facesse riferimento.

Shuu: Un diario? Ma questa non è una app per chattare?

Eina: Veramente io la uso come diario... Ho sbagliato? Quindi hai letto tutto quello che ho scritto… finora?

Shuu: Ehm… Sì, tutto…

Eina: Oddio… Scusami! Non volevo!

Immaginavo il volto di una ragazza dall’altra parte del telefonino, sorpresa e incredula che cercava di scusarsi. O forse… recitava solo una parte?

Shuu: Non ti preoccupare… Avevi davvero intenzione di morire?

Decisi di continuare a parlare con questa ragazza misteriosa, che aveva deciso di uccidersi o che aveva intenzione di farlo. Attesi un suo messaggino, sicuro di ricevere una sorta di confessione o scusa improvvisata.

Arrivò la risposta.

Eina: Non c’è nessuna ragione per continuare a vivere…

Una ragione… per vivere?

Troppo filosofico per essere un messaggio spam.

Eina: Vivere è doloroso, non c’è alcun motivo per cui debba continuare questa sofferenza… credo sia meglio morire.

Shuu: Ma dai, c’è sempre qualcosa di salvabile… giusto?

Eina: No, non c’è niente. Lo so, può sembrare strano per te leggere queste cose… ma ti assicuro che per me, c’è solo tanto dolore.

Shuu: Ma se muori, tanta gente ne sarà dispiaciuto. Pensa ai tuoi amici, alla tua famiglia...

Eina: No, ti sbagli… non lo saranno.

Ero attonito.

Percepivo un senso di profonda solitudine in tutte quelle parole.

Ero sicuro di aver toccato un nervo scoperto, ma non sapevo nulla di questa fantomatica ragazza di nome Eina o della sua vita. Non avrei dovuto parlare così, con una tale noncuranza.

Ci pensai. Sorrisi a denti stretti. Sempre di più nella mia mente, andava delineandosi l’idea che dietro tutti questi messaggi ci fosse una ragazza in carne ed ossa.

Shuu, è tutta una messinscena. Non cascarci. Era la mia parte razionale a parlare. Ma se fosse stato proprio quel caso su un milione, se fosse stata davvero una ragazza che pensava al suicidio? Cosa avrei dovuto fare?

Avrebbero potuto truffarmi, ma non mi importava.

Se non fosse stato vero. Se fosse stato tutto uno scherzo… mi avrebbero deriso.

Decisi di continuare. Di pensare ad Eina come ad una ragazza vera, come una ragazza che pensava realmente al suicidio.

Shuu: Se decidi di farlo, non potrai più cambiare idea e tornare indietro…

Me ne uscii con qualcosa di davvero patetico; non erano parole abbastanza forti da fermare qualcuno intenzionato ad uccidersi.

Eina: Non cambierò idea, io voglio morire… quello che resterà di me, sarà solamente un corpo vuoto.

La risposta di Eina non si fece attendere.

Incrociai le braccia e mi misi a pensare.

Come potevo fermare qualcuno dal suicidarsi? Lei non trovava nessuna ragione per continuare vivere, nessuno che l’avrebbe rimpianta.

Le piaceva leggere, ma c’era troppo dolore nella sua vita…

Se solo avesse trovato un motivo per vivere, un motivo sufficiente per farla tornare sui suoi passi… Ma come trovarne uno, e in così poco tem…

 Aspetta...

A lei piaceva leggere!?

Se non aveva nessun motivo per vivere, bene, gliene avrei suggerito uno.

Shuu: Cambiando un attimo discorso, hai mai pensato di scrivere un libro?

Eina: Non hai cambiato argomento in maniera un po’ troppo drastica?

Shuu: Hai ragione, ma è importante. Il mio club di letteratura non ha abbastanza iscritti e nessuno sta pubblicando nulla. Sto cercando qualcuno che scriva qualcosa per il nostro club. Ti piacerebbe partecipare? A te piace leggere, no?

Eina: Beh, sì, mi piacerebbe… Ma non ho mai scritto nulla prima d’ora…

Perfetto! Dovevo continuare a pressarla.

Shuu: Hai un bel modo di scrivere. Sono sicuro che andresti alla grande, e se così non fosse, almeno ci avresti provato!

Eina: M-Ma sei sicuro? Non faccio parte di nessun club e non frequento nemmeno la tua stessa scuola.

Shuu: Tecnicamente, potrebbe essere un problema, ma c’è una soluzione a tutto! Potresti scrivere usando uno pseudonimo. Oppure potrei dire che il tuo nome è lo pseudonimo di qualche studente della mia scuola che non vuole far trapelare il suo vero nome…. Guarda, per me si tratta di una faccenda di vita o di morte: se non pubblico qualcosa entro le prossime due settimane, il consiglio studentesco farà chiudere il club.

Eina: Oh, mi dispiace! Va bene! Ci proverò!

Aveva accettato. Forse la “chiusura del club” l’aveva convinta? Avevo come l’impressione che fosse una ragazza dal buon cuore, e che avesse accantonato per un attimo l’idea di suicidarsi.

Se fossi riuscito a mettere le mani su un manoscritto, avrei potuto farne un libro così da difendere l’aula del club.

Due piccioni con una fava.

Eina: Scusa ma… c’è un tema? Una traccia da seguire?

Shuu: No. Segui la tua ispirazione… Averne una potrebbe aiutarti?

Eina: Certamente! È la mia prima volta!

Shuu: Che ne dici di una storia che ha come protagonista una giovane studentessa? Il resto, lo lascio a te!

Eina: Ottimo!